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Le più belle frasi e citazioni dedicate alla Calabria

by Maria Rita

Amo le frasi e le citazioni, qualsiasi esse siano. Quando scrivo un articolo per il blog vado sempre alla ricerca di citazioni da poter inserire per dare un tocco di poesia in più. In un momento di ispirazione ho pensato di raccogliere le frasi e le citazioni sulla Calabria che più mi piacciono, un piccolo raccoglitore dove poter tornare e leggere quelle che mi hanno colpita.

Frasi e citazioni dedicate alla Calabria

Reggio Calabria è un grande giardino, uno dei luoghi più belli che si possano trovare sulla terra.
Edward Lear

Il lungomare di Reggio Calabria è il più bel chilometro d’Italia.
Gabriele D’Annunzio

Lunghe ore di sogno con un panorama di meravigliosi scenari incantati.
Bernard Berenson

Se vai in Calabria sentirai che c’è un odor di Calabria come c’è un odor di neve, come c’è un odor di sole.
Anselmo Bucci

Frasi e citazioni sulla Calabria

Il paesaggio calabrese … è un paesaggio di forme distese e quasi spianate, un paesaggio essenzialmente di lunghezza, in cui la luce gioca fra massa e massa di rilievo, tra solco e solco di fiume e di fiumare, formando successioni di quinte in ombra e in sole, sino alle pareti dei grandi rilievi terminali, mentre il mare continua, con la linea del suo orizzonte, quella delle alture e la congiunge ai profili e ai piani di altre alture, facendo da sfondo a grandi quadri dai cieli altissimi e luminosissimi.
Giuseppe Isnardi

“Calabria” e “grigiore” non possono convivere nella stessa frase. Dovunque ti giri, scopri colori, cieli e orizzonti.
Fabrizio Caramagna

C’è un paese della Calabria dal quale la vista abbraccia Tirreno e Jonio. Si chiama Tiriolo, è in provincia di Catanzaro e lo raggiunge la vecchia, tortuosa e a suo modo gloriosa statale 19 della Calabria. Non è l’unico punto della regione, ma forse il più suggestivo, che offre l’azzurra visione dei due grandi mari.
Roberto Ruozi

La Calabria è una terra di uomini di pensiero e di penna, che ha dato i natali a Cassiodoro e a Gioacchino da Fiore, a Bernardino Telesio e a Tommaso Campanella, a Corrado Alvaro e a Leonida Repaci.
Roberto Ruozi

Questo è l’ingresso e, per così dire, l’anticamera della Calabria. C’era certo di che sgomentare le immaginazioni più timorose; ma avevo presente il sesto canto dell’Eneide e sapevo che l’Inferno è l’anticipazione dei Campi Elisi. La natura, infatti, si addolciva a poco a poco; la vegetazione si impossessava di queste terre aride e la mano dell’uomo le rendeva fertili; giardini fiorivano sullo sfondo dei valloni; freschi ruscelli li bagnavano e la vita rinasceva dappertutto. Anche il tempo era migliorato e un magnifico arcobaleno cingeva le montagne, quasi a dirmi che era finito l’Inferno e stava cominciando l’Eliso; come Noé, ebbi fiducia in Dio e proseguii coraggiosamente il pellegrinaggio.
Charles Didier

Io abbandonai con commozione la più bella provincia della bella Italia, più vicina al sole che ama tutti. Essa è rinfrescata dai venticelli di entrambi i mari, dall’alto dei suoi monti, dai boschi ombrosi, dalle innumerevoli sorgenti…
Federico Leopoldo Conte di Stolberg

Reggio è una delle città che si staccano da quante se ne vedono nelle lunghe traversate dalle Alpi allo Jonio per formare un tipo, un carattere, un popolo a parte.
Caterina Pigorini Beri

Nella mia geografia ancora sta scritto che tra Catanzaro e il mare si trovano i Giardini delle Esperidi.
George Gissing

Frasi e citazioni sulla Calabria

La più deliziosa e incantatrice contrada d’Italia per l’amenità sua è certamente il litorale di Reggio, tutto coperto di giardini piantati d’agrumi d’ogni sorta.
L’odore savissimo che spargono i loro fiori verso sera, la freschezza che mantengono, la gentilezza dei casini di campagna, la bontà, la cortesia, le maniere agevoli degli abitanti rendono quel paese superiore a qualunque altro che io conosca.
Giovan Battista Fortis

La Calabria è una magnifica regione; d’estate ci si arrostisce come a Tambouctou, d’inverno vi si gela come a San Pietroburgo; inoltre non vi si conta punto ad anni, a lustri o a secoli come negli altri paesi, ma a terremoti.
Alexandre Dumas padre

Dall’alto comparvero riflessi nel mare, bellissimi, Capo Rizzuto che termina a punta sul mare, pianeggiante, e Le Castella, la località che si trova davanti al Capo. Ma man mano che ti avvicini, vedi Le Castella chiaramente senza più riflesso. Ho avuto modo di osservare, come mi è capitato di notare già altre volte, che l’insenatura del mare, se ti trovi a osservarla da un lato, hai l’impressione che penetri nella terraferma più profondamente di quanto appaia dall’osservazione della carta geografica tanto che la carta ti sembra, a torto, a questo riguardo inesatta
Justus Tommasini

Che pace a Sibari e camminare nella piana fra aranceti e girasoli, guardare il grano, gli eucalipti, le pecore, le bufale che anche oggi potrebbero mantenere la grande città di duecentomila abitanti scomparsa, cancellata dall’acqua del Sibari e del Crati, lei che aveva mura lunghe undici chilometri, vasta cinquecento ettari. Non c’è più Sibari, ma c’è ancora l’incanto che la circondava, ci sono la terra, l’acqua, il cielo, i vapori d’argento che a sera stanno a segno del golfo tra il mare blu intenso e le valli boscose che scendono dal Pollino alle luci dorate della piana, alla sua dolcezza raccolta, da cui nasce va la promessa dei vecchi sibariti «mai lontani da questa città». Era proprio qui Sibari la grande.
Giorgio Bocca

La gente di questi paesi è di un tatto e di una cortesia che hanno una sola spiegazione: qui una volta la civiltà era greca.
Cesare Pavese

Calabria, casa sempre aperta. Un arancio il tuo cuore, succo d’aurora. Calabria, rosa nel bicchiere.
Franco Constabile

Frasi e citazioni sulla Calabria

Questo è il punto più stretto della penisola: scavato da un lato dal golfo di Squillace, dall’altro dal golfo di Sant’Eufemia, il piede dello stivale si restringe qui più che altrove e forma una specie di istmo che, a volo d’uccello, non ha più di dieci miglia. I due golfi sono separati dalla catena appenninica, che qui si addolcisce. L’Appennino in questa zona è molto meno eccezionale che non più a nord o più a sud. Tutte queste campagne sono stupende: tanto le marine sono tetre, aride, scarnificate, tanto le alture sono fresche, ridenti, boscose; la vigna si compensa con la quercia e gli alberi di fico si caricano di frutti due volte l’anno
Charles Didier

La migliore città della penisola è Tropea. Gli studiosi locali di antichità fanno derivare il suo nome da trophoeum, trofeo, e pretendono che essa sia stata così chiamata quando Scipione, di ritorno dalla conquista di Cartagine, vi ricevette gli onori. Il vincitore dell’Africa a cui sarebbe stato attribuito il trionfo in un’umile borgata della Calabria! La pretesa è per lo meno sorprendente e se non è vero è ben trovato. Il provinciale italiano è inesorabile in fatto di etimologie; ne afferma delle più incredibili con imperturbabile disinvoltura, una fede senza limiti, e più di una volta andando avanti avremo occasione di ammirare gli arditi sforzi e i salti pericolosi dell’immaginazione archeologica degli italiani.
Charles Didier

Costruita in modo pittoresco non lontana dal mare, Palmi è protetta sul lato opposto dal monte Corona, il più magnifico belvedere di tutta la costa e forse della Calabria intera; all’inizio cintato d’ulivi, poi da castagni secolari, il monte Corona, o di Sant’Elia (porta infatti due nomi), è sormontato da una chiesa e da tre croci, che, da lontano gli danno l’aria del Calvario sul Golgota. Giunto alla vetta ci si inginocchia, ma non ai piedi della croce; nel xix secolo ci si genuflette solo davanti alla natura. Nessun posto è più affascinante, nessuno più adorabile.
Charles Didier

Sibari fu la città più ricca e felice e scandalosa e potente e spregiudicata e ironica dell’arco ionico. Fu materia di aneddoti, di accuse irose e salaci, fu una favola e una provocazione e, alla fine, un insegnamento.
Quando i crotoniati la distrussero era forse più grande di Atene.
Giorgio Manganelli

Tutti nella mia famiglia, pur vivendo ormai da anni al nord, non ci siamo mai staccati dai nostri prodotti tipici: la soppressata, la ‘nduja, il capicollo, il caciocavallo affumicato, le provole, il peperoncino, l’olio, il vino e altro. Ai colleghi del nord dico spesso: se parliamo di gastronomia, state tutti zitti e muti ché quella calabrese è la più ricca e genuina del mondo! A volte mi viene in mente quand’ero bambino e il pane veniva fatto in casa. Aveva un profumo che non si trovava e tutt’ora non si trova da nessuna parte.
Franco Neri

Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni. Ululano ancora le Nereidi obliate in questo mare, e in questo cielo spesso ondeggiano pensili le città morte.
Questo è un luogo sacro, dove le onde greche vengono a cercare le latine; e qui si fondono formando nella serenità del mattino un immenso bagno di purissimi metalli scintillanti nel liquefarsi, e qui si adagiano rendendo, tra i vapori della sera, imagine di grandi porpore cangianti di tutte le sfumature delle conchiglie. È un luogo sacro questo.
Giovanni Pascoli

Provavo un gran dispiacere a dover lasciare la Calabria. Le sue bellezze avevano esercitato una specie di magica ascendenza su di me e sentivo che sarebbe stata eterna. Avevo la sensazione che qualsiasi cosa avessi visto in futuro non avrebbe suscitato in me sensazioni altrettanto piacevoli ed indelebili. Di questo non ho dubbi.
Anzi, ho la presunzione di affermare che in nessun’altra parte d’Europa la natura ha tracciato in modo così magnifico le linee che il genio e l’opera umana devono seguire o gli sforzi dell’arte migliorare.
Richard Keppel Craven

Frasi e citazioni sulla Calabria

La Calabria nei racconti di Corrado Alvaro

I calabresi mettono il loro patriottismo nelle cose più semplici, come la bontà dei loro frutti e dei loro vini. Amore disperato del loro paese, di cui riconoscono la vita cruda, che hanno fuggito, ma che in loro è rimasta allo stato di ricordo e di leggenda dell’infanzia.

Non è bella la vita dei pastori in Aspromonte, d’inverno, quando i torbidi torrenti corrono al mare, e la terra sembra navigare sulle acque. I pastori stanno nelle case costruite di frasche e di fango, e dormono con gli animali. Vanno in giro coi lunghi cappucci attaccati ad una mantelletta triangolare che protegge le spalle, come si vede talvolta raffigurato qualche dio greco pellegrino e invernale. I torrenti hanno una voce assordante.

La Calabria nei racconti di Kazimiera Alberti

Forse neanche sai che culla della seta in Europa fu Catanzaro e che qui si erse il primo telaio.

Quando i Romani erano ancora poveri pastori abitanti in capanne di paglia sostenute da pali, quando Roma era formata da vicoli stretti e tortuosi e casupole di fango, quando il cittadino romano non conosceva ancora la moneta e parti di armatura…quando essi mangiavano bigio pane di farro e usavano vino solo quale medicina mentre alla donna era in generale vietato…qui, sotto il cielo di Calabria, sulle rive dei suoi due mari, Ionio e Tirreno, fioriva già ricca, sensuale, una delle più raffinate culture dell’umanità: la Magna Grecia!

Frasi e citazioni sulla Calabria

La Calabria nei racconti di Guido Piovene

La Calabria è rocciosa e spaccata in profonde valli, da una cinquantina di fiumi torrenti con pendenze precipitose.

Nelle sue vaste plaghe montane talvolta non sembra d’essere nel Mezzogiorno, ma in Svizzera, nell’Alto Adige, nei paesi scandinavi. Da questo Nord immaginario si salta a foreste d’olivi, lungo coste del classico tipo mediterraneo. Vi si incuneano canyons che ricordano gli Stati Uniti, tratti di deserto africano ed angoli in cui gli edifici conservano qualche ricordo di Bisanzio. Si direbbe che qui siano franati insieme i detriti di diversi mondi; che una divinità arbitraria, dopo aver creato i continenti e le stagioni, si sia divertita a romperli per mescolarne i lucenti frantumi.

Si deve a questo se i viaggiatori stranieri, in Calabria, rimangono disorientati. Non riescono a definirla. La trovano diversa, non solo dalle altre regioni italiane, ma da qualsiasi parte del mondo, e stentano a valutarne la civiltà. Le influenze greche non vi lasciarono traccia così forte come in Sicilia.

Viaggiare in Calabria significa compiere un gran numero di andirivieni, come se si seguisse il capriccioso tracciato di un labirinto. Rotta da quei torrenti in forte pendenza, non solo è diversa da zona a zona, ma muta con passaggi bruschi, nel paesaggio, nel clima, nella composizione etnica degli abitanti. È certo la più strana tra le nostre regioni.

Frasi e citazioni sulla Calabria

La Calabria è una mescolanza di mondi. Nessuna delle sue città vi ha potuto affermare sulle altre un primato riconosciuto. Lo ambiscono ugualmente Reggio, come la più grande, Cosenza, come più ricca e in rapida crescita, e Catanzaro che rivendica tradizioni di aristocrazia.

La Calabria non ha nulla di levantino, nonostante i rapporti coi Paesi ad oriente. Un poeta straniero mi disse un giorno che essa ha un fondo piuttosto epico che lirico.

La tirrenica ha dapprima rocce scoscese sulle acque, tra cui gli uomini riescono ad inserire a malapena qualche ritaglio di coltura: il tratto che fu definito della miseria al sole. Ma più a sud si apre la fertile piana di Sant’Eufemia, una delle tre piane che variano nella Calabria il duro paesaggio appenninico.

Ai fitti coltivi, alla popolazione densa lungo il Tirreno, si contrappone il silenzio delle plaghe interne, dove si estendono pascoli e boschi solitari, vuote di uomini l’inverno, perché la loro popolazione stagionale si raduna nei centri. Anche le coste sono a mosaico; senza contare il contrasto tra la ionica e la tirrenica.

La Calabria nei racconti di Leonida Repaci

L’amore della Calabria è un amore passionale dovuto al fatto che noi amiamo una terra che ha molto sofferto. Ha sofferto lei e abbiamo sofferto noi per farci una posizione, per avere un piccolo posto al sole. Abbiamo dovuto superare difficoltà che gli altri non immaginano neppure. C’è perciò un legame fra la sofferenza della terra e la sofferenza nostra.

Per me Calabria significa categoria morale, prima che espressione geografica. Calabrese, nella sua miglior accezione metaforica, vuol dire Rupe, cioè carattere. È la torre che non crolla giammai la cima pel soffiar dei venti.

Per conoscere Catanzaro, l’antica Catàsaron, bisogna andarla a cercare nel suo castello arroccato sul piano come un maniero feudale, in faccia al Golfo di Squillace, ed è un castello che abbassa i ponti levatoi dell’ospitalità piena solo se chi sbarca ai suoi piedi sia debitamente informato della grande storia della città, che i bizantini fondarono, Carlo V dichiarò «magnifica e fedelissima», i tessitori di damasco e broccato resero famosa in tutto il mondo, i sanfedisti pugnalarono, e i garibaldini di Bixio liberarono dalla peste borbonica.

Ti amo Calabria
per gli assorti silenzi delle tue selve
che conciliano i sogni dei pastori
e le estasi degli eremiti.
Ti amo per quel fiume di alberi
che dalle timpe montane
arriva ai due mari
a bere il vento del largo
frammisto all’aroma del mirto.
Ti amo per le solitarie calanche
chiuse da strapiombi di rocce
che prendon colore dell’alga
nata dallo spruzzo dell’onda.

Ti amo per l’aspro carattere
fortificato da solitudini
secolari, bisognoso
di poche essenziali parole
mai vacillante
davanti alla congiura dei giorni.

Frasi e citazioni sulla Calabria

Quando fu il giorno della Calabria

Dio si trovò in pugno 15000 kl.² di argilla verde con riflessi viola. Pensò che con quella creta si potesse modellare un paese di due milioni di abitanti al massimo. Era teso in un maschio vigore creativo il Signore, e promise a se stesso di fare un capolavoro. Si mise all’opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più bella della California e delle Hawaii, più bella della Costa Azzurra e degli arcipelaghi giapponesi.

Dio diede alla Sila il pino, all’Aspromonte l’ulivo, a Reggio il bergamotto, allo Stretto il pescespada, a Scilla le sirene, a Chianalea le palafitte, a Bagnara i pergolati, a Palmi il fico, alla Pietrosa la rondine marina, a Gioia l’olio, a Cirò il vino, a Rosarno l’arancio, a Nicotera il fico d’India, a Pizzo il tonno, a Vibo il fiore, a Tiriolo le belle donne, al Mesima la quercia, al Busento la tomba del re barbaro, all’Amendolea le cicale, al Crati l’acqua lunga, allo scoglio il lichene, alla roccia l’oleastro, alle montagne il canto del pastore errante da uno stazzo all’altro, al greppo la ginestra, alle piane la vigna, alle spiagge la solitudine, all’onda il riflesso del sole.

Diede a Cosenza l’Accademia, a Tropea il vescovo, a San Giovanni in Fiore il telaio a mano, a Catanzaro il damasco, ad Antonimina il fango medicante, ad Agnana la lignite, a Bivongi le acque sante, a Pazzano la pirite, a Galatro il solfato, a Villa San Giovanni la seta greggia, a Belmonte il marmo verde. Assegnò Pitagora a Crotone, Orfeo pure a Crotone, Democede pure a Crotone, Almeone pure a Crotone, Aristeo pure a Crotone, Filolao pure a Crotone, Zaleuco a Locri, Ibico a Reggio, Clearco pure a Reggio, Cassiodoro a Squillace, San Nilo a Rossano, Gioacchino da Fiore a Celico, Fra’ Barlaam a Seminara, San Francesco a Paola, Telesio a Cosenza, il Parrasio pure a Cosenza, il Gravina a Roggiano, Campanella a Stilo, Mattia Preti a Taverna, Galluppi a Tropea, Gemelli-Careri a Taurianova, Guerrisi a Cittanova, Manfroce a Palmi, Cilèa pure a Palmi, Alvaro a San Luca, Calogero a Melicuccà, Rito a Dinami.

Donò a Stilo la Cattolica, a Rossano il Patirion, ancora a Rossano l’Evangeliario Purpureo, a San Marco Argentano la Torre Normanna, a Locri i Pinakes, ancora a Locri il Santuario di Persefone, a Santa Severina il Battistero a Rotonda, a Squillace il Tempio della Roccelletta, a Cosenza la Cattedrale, a Gerace pure la Cattedrale, a Crotone il Tempio di Hera Lacinia, a Mileto la zecca, pure a Mileto la Basilica della Trinità, a Santa Eufemia Lametia l’Abbaziale, a Tropea il Duomo, a San Giovanni in Fiore la Badia Florense, a Vibo la Chiesa di San Michele, a Nicotera il Castello, a Reggio il Tempio di Artemide Facellide, a Spezzano Albanese la necropoli della prima età del ferro.

Poi distribuì i mesi e le stagioni alla Calabria. Per l’inverno concesse il sole, per la primavera il sole, per l’estate il sole, per l’autunno il sole. A gennaio diede la castagna, a febbraio la pignolata, a marzo la ricotta, ad aprile la focaccia con l’uovo, a maggio il pescespada, a giugno la ciliegia, a luglio il fico melanzano, ad agosto lo zibibbo, a settembre il fico d’India, a ottobre la mostarda, a novembre la noce, a dicembre l’arancia.

Volle che le madri fossero tenere, le mogli coraggiose, le figlie contegnose, i figli immaginosi, gli uomini autorevoli, i vecchi rispettati, i mendicanti protetti, gl’infelici aiutati, le persone fiere leali socievoli e ospitali, le bestie amate.
Volle il mare sempre viola, la rosa sbocciante a dicembre, il cielo terso, le campagne fertili, le messi pingui, l’acqua abbondante, il clima mite, il profumo delle erbe inebriante. Operate tutte queste cose nel presente e nel futuro il Signore fu preso da una dolce sonnolenza, in cui entrava il compiacimento del creatore verso il capolavoro raggiunto.

Il Signore fu preso da una dolce sonnolenza, in cui entrava il compiacimento del creatore verso il capolavoro raggiunto. Del breve sonno divino approfittò il diavolo per assegnare alla Calabria le calamità: le dominazioni, il terremoto, la malaria, il latifondo, le fiumare, le alluvioni, la peronospera, la siccità, la mosca olearia, l’analfabetismo, il punto d’onore, la gelosia, l’Onorata Società, la vendetta, l’omertà, la violenza, la falsa testimonianza, la miseria, l’emigrazione.

Dopo le calamità, le necessità: la casa, la scuola, la strada, l’acqua, la luce, l’ospedale, il cimitero. Ad esse aggiunse il bisogno della giustizia, il bisogno della libertà, il bisogno della grandezza, il bisogno del nuovo, il bisogno del meglio.
E, a questo punto, il diavolo si ritenne soddisfatto del suo lavoro, toccò a lui prender sonno mentre si svegliava il Signore.

Quando, aperti gli occhi, potè abbracciare in tutta la sua vastità la rovina recata alla creatura prediletta , Dio scaraventò con un gesto di collera il Maligno nei profondi abissi del cielo.

Poi, lentamente rasserenandosi, disse: – Questi mali e questi bisogni sono ormai scatenati e debbono seguire la loro parabola.
Ma essi non impediranno alla Calabria di essere come io l’ho voluta.
La sua felicità sarà raggiunta con più sudore, ecco tutto. Utta a fa juornu c’a notti è fatta -. Una notte che già contiene l’albore del giorno.

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Post aggiornato al 8 Giugno 2020 da Maria Rita

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