Hai mai provato a scoprire e conoscere una città, un paese, una regione seguendo le lettere dell’alfabeto? Attraverso l’Abc di Catanzaro ti racconto la mia città in maniera insolita, dalla A alla Z.
Abc di Catanzaro
A come Arte della Seta. Catanzaro divenne famosa per la lavorazione della seta tra il XIV e il XVII secolo, fu un centro manifatturiero d’eccellenza, primo centro importante in Italia e Capitale europea. L’Arte della Seta era regolata da leggi rigide che le valse la concessione del Consolato con vari privilegi fiscali. La seta veniva lavorata nel rione Maddalena, e oggi la ricordano Via Filanda e Via Gelso bianco. Per i catanzaresi però la A equivale a due cose: Aquile e Serie A. Catanzaro fu infatti la prima città calabrese ad avere la propria squadra sull’Olimpo calcistico e fu un orgoglio non solo per i catanzaresi ma per tutta la Regione Calabria.
B come Bellavista. Le terrazze romantiche di Bellavista offrono la possibilità di fare una passeggiata godendo della vista panoramica sul Golfo di Squillace, da Crotone a Punta Stilo, e sui quartieri posti a sud della città. Ed è ancora più romantico se passeggi dopo cena per ammirare le luci che giungono fino al mare.
C come Cavatore. L’uomo che scava la roccia rappresenta il lavoro, la forza e la costanza dei catanzaresi nell’affrontare le difficoltà di una terra povera e i disastri provocati da una natura severa. È uno dei simboli più famosi della città. Puoi ammirare la fontana monumentale, ideata e costruita dallo scultore Giuseppe Rito negli anni ‘50, attraversando Piazza Matteotti in direzione del Centro storico.
D come De Nobili (Palazzo). Il palazzo di origine patrizia fu costruito in via Jannoni all’inizio dell’Ottocento, da Emanuele De Nobili e dalla moglie, Olimpia Schipani, secondo lo schema architettonico di una residenza estiva dei De Nobili. E’ la sede del Comune dal 1863. Intorno ad esso ruotano storie e leggende, come quelle di Giovanna de Nobili, la poetessa, e la storia d’amore (vera!) di Rachele e Saverio, due giovani innamorati, appartenenti a due famiglie aristocratiche rivali, proprio come Romeo e Giulietta. Qualcuno dice che ci sia un fantasma che si aggira tra le sale, anche di giorno.. ne è testimone mio padre..
E come Estate. Catanzaro è una meta che consiglio vivamente per trascorrere le vacanze estive. Ho elencato 50 motivi per venire qui tra mare, montagna, città e dintorni.
F come Folklore. Paese che vai, usanza che trovi, e la Calabria, soprattutto tra i borghi, è ricchissima di tradizioni popolari e di folklore. Ad esempio, il Mercoledì delle Ceneri mia nonna appendeva sul balcone la “Corajisima”, una bambola vestita di nero in segno di lutto per rappresentare la Quaresima, con un fuso in mano poggiata su un’arancia conficcata da sette penne di gallina che dovevano essere tolte ogni domenica e facevano da calendario fino a Pasqua. Grazie Andrea!
Leggi anche Corajisima: la bambola quaresimale segnatempo
G come Giangurgolo. A Napoli c’è Pulcinella, a Catanzaro abbiamo lui, Giangurgolo, la maschera tipica del Carnevale. Ha il naso lungo e indossa un vestito a strisce gialle e rosse, colori della città.
H come F aspirata. Nel nostro dialetto la F seguita da vocale viene sostituita dall’H. Diciamo “hjatu” al posto di “fiatu” (fiato), “hjumara” al posto di “fiumara” (piccolo fiume), “cahé” al posto di “cafè” (caffè). Hai presente quando cerchi di pulire gli occhiali?
I come Immacolata (Basilica). Passeggiando su Corso Mazzini, troverai in Piazza Prefettura una delle chiese più importanti della città. La Basilica è stata costruita nel 1254, è in stile tardo barocco e ha tre navate, due delle quali sono state aggiunte nell’800. Le opere presenti risalgono al ’500, al ‘600 e al ‘700.
L come Lungomare. Che sia inverno o che sia estate, che sia mattina o che sia sera, passeggiare per due km sul lungomare nel quartiere Lido è sempre piacevole. Soprattutto adesso che hanno inaugurato il nuovo tratto. Se vuoi fermarti su un Lido hai l’imbarazzo della scelta, ce ne sono circa 20, e poi ci sono tante gelaterie buonissime.
M come Morzello. Il morzello è il nostro piatto tipico. Ne esistono tante varianti. Quello originale è preparato con il cuore di vitello (chorettu), i polmoni, la milza, il fegato, lo stomaco, la trippa, l’intestino, concentrato di pomodoro, peperoni piccanti, sale, origano, e alloro. Viene servito nel piatto o, come vuole la tradizione, nella pitta. Che cos’è? È un pane casereccio a forma di ruota con una circonferenza interna abbastanza ampia. La pitta per il morzello deve essere lunga e stretta.
N come Naca. La Naca è la tradizionale processione del Venerdì Santo, che prende il nome dalla “Culla” in cui è depositato il corpo di Gesù. Nel corteo sono presenti le quattro Confraternite della città, e ognuna di loro porta una Croce del proprio colore. N è anche il Natale ricco di tradizioni. Te lo racconto in Natale a Catanzaro.
O come Omobono. In via De Grazia puoi ammirare l’unico monumento medievale rimasto intatto, la piccola Chiesa bizantino-normanna di S. Omobono, risalente all’XI-XII secolo e legata al rito greco-ortodosso.
P come Ponte. Nel 1962 fu il primo ponte ad arco in cemento armato al mondo per la sua altezza, oggi è il secondo in Europa. Resta in ogni caso il primo e unico ponte in Italia per luce, altezza e lunghezza. Oggi porta il nome di Fausto Bisantis, un cittadino illustre catanzarese e senatore della Repubblica, fino al 2002 invece lo chiamavamo “Viadotto Morandi”, in onore dell’architetto che lo ha realizzato.
Q come Quatansàr e Quartieri. Nel corso della storia Catanzaro ha avuto tanti nomi: Katantza’rion durante l’insediamento greco-romano, Catacium nell’epoca tardo-romana, con le varianti latino-medievali di Cantacium, Catanzium, Catancium, Quatansàr nel quinquennio saraceno, Rocca di Niceforo nel periodo Bizantino, Cathacem nel periodo Normanno, Cathanzario nel Regno di Napoli. La città prese l’attuale nome durante l’Unità d’Italia. Sai che qui è stato inventato il nome Italia? Oltre al centro storico di Catanzaro consiglio di visitare anche i suoi quartieri, tra questi Gagliano è il borgo più antico e conserva ancora gli abiti tradizionali.
R come Mimmo Rotella. Conosciuto anche come lo “strappa manifesti” o il “pittore della carta incollata”, Mimmo Rotella è stato un artista catanzarese che ha inventato negli anni ’50 la forma d’arte décollage. Le sue opere, esposte nei più famosi musei, sono tele su cui incollava uno o più pezzi di manifesti strappati trovati per strada. Visita la Casa della Memoria Rotella’s House in Vico dell’Onda.
S come Street Art e Stemma. Le strade di Catanzaro si colorano grazie alla Street Art e ad Altrove Festival: dal 2014 l’arte è protagonista di un progetto volto alla rieducazione al concetto di bellezza nei luoghi rassegnati dal degrado estetico e sociale. Perché sullo stemma della città è raffigurata un’Aquila imperiale? Dopo aver sconfitto i francesi nel 1528, riconoscendo la minoranza dei catanzaresi rispetto ai nemici, l’imperatore Carlo V concesse alla città il diritto di utilizzare il simbolo dell’Aquila imperiale, sul cui petto è raffigurato uno scudo con i tre colli della città sormontati da una corona. L’aquila regge col becco un nastro azzurro col Motto “Sanguinis Effusione”. A pochi metri dal quartiere Lido e nella località Roccelletta di Borgia, abbiamo il Parco Archeologico Scholacium, dove è possibile ammirare tra i resti il Foro, il Teatro e i resti della Basilica Santa Maria della Roccella.
T come Teatri. A Catanzaro ce ne sono tre: il Politeama, il Comunale e il Masciari. Il Teatro Politeama, inaugurato nel 2002, è stato progettato dall’architetto Paolo Portoghesi ed è uno tra i più moderni d’Italia. Il Teatro Comunale è il teatro più antico e nell’800 divenne uno dei più importanti teatri del Sud Italia. Il Teatro Masciari, costruito nel 1923, ha ospitato negli anni ’40 compagnie famossime, tra cui quella di Totò.
U come U CIACIU. Saverio Rotundo è uno scultore catanzarese che ha ideato l’arte dell’abbandono, opere realizzate recuperando ferro o materiali di scarto.
V come 3V e Villa Margherita. Catanzaro ancora oggi è riconosciuta come la Città delle tre “V”, in riferimento a tre tratti distintivi della città: V come “S. Vitaliano”, patrono della città, festeggiato il 16 Luglio; V come “Vento”, la città è abbastanza ventilata per la sua posizione tra il mare e la montagna, la maggior parte dell’estate stiamo freschi; V come “Velluto”, in passato fu un importante centro di produzione dei velluti e della seta (ti ricordi la lettera A?). Villa Margherita è il giardino più antico, risale al 1881 e fu inaugurato in occasione della visita della Regina Margherita di Savoia. Non per ultimo la mia V preferita è il borgo in cui sono nata, Vicenzale.
Z come Zaro. Secondo la leggenda, la città fu fondata nel 793 da due militari bizantini, Cattaro e Zaro. Le popolazioni che vivevano sul mare furono trasferite prima sullo Zarapotamo (oggi è il quartiere Santa Maria) e poi sul colle Trivonà.
Grazie al mio amico Andrea Bressi per la concessione delle foto e a chi ha giocato con me dandomi qualche spunto nella costruzione dell’alfabeto.
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Post aggiornato al 8 Giugno 2020 da Maria Rita
9 commenti
Catanzaro merita sicuramente una visita! Mi ha colpito molto e in positivo l’usanza del mercoledì delle ceneri 🙂
Grazie Goldmund Hullu, ti aspetto a braccia aperte 😀
bello, peccato che non ci sia il monumento ai caduti con la statua della madre eliminata
Nonna Adry grazie.. seguiranno altri articoli ?
[…] L’ABC di Catanzaro di Maria Rita di Jamaluca […]
Oggi al telefeno mi hai parlato di questo articolo e me lo sono andata subito a leggere: bello! Peccato che a Catanzaro non ci sono mai stata: purtroppo per me è sempre stata una città di passaggio da Crotone a Lamezia e viceversa! Mi sa che devo rimediare! 🙂
[…] Conoscere Catanzaro dalla A alla Z! Se ti va, ti guido con il mio ABC […]
Hai ragione, spesso ignoriamo le bellezze che sono a due passi da noi concentrandoci solo su mete lontane.
Il tuo ‘dalla A alla Z’ su Catanzaro mi è piaciuto molto e mi ha insegnato tante cose nuove su una città che conoscevo molto poco
Ho scoperto tante cose che non conoscevo su Catanzaro, davvero interessante questo post! Mi ha colpito molto la faccenda della bambola durante la Quaresima, inquietante ma molto affascinante!