Facciamo un viaggio ispirazionale in laguna? Chiudiamo gli occhi dopo aver letto una delle più belle frasi e citazioni dedicate a Venezia, sarà come essere lì. A me, dopo esserci stata due volte, viene una gran voglia di tornarci!
Cosa trovate in questo post
Le più belle frasi e citazioni dedicate a Venezia
La laguna è opera antica della natura. Dapprima la marea, il riflusso e la terra in azione reciproca, quindi il progressivo abbassamento delle acque preistoriche, fecero sì che all’estremità superiore dell’Adriatico si formasse una considerevole zona paludosa, che, dopo esser stata sommersa dall’alta marea, viene parzialmente lasciata libera dal riflusso. L’arte umana s’impadronì dei punti più eminenti, e così nacque Venezia, collegando in sé cento isole, circondata da cento altre.
Johann Wolfgang Goethe
Mi piace assai riandare con la mente a Venezia, a quella grande realtà sorta dal grembo del mare come Pallade dal cervello di Giove.
Johann Wolfgang von Goethe
Grazie a Dio sono qui! È il paradiso delle città, e una luna sufficiente a fare impazzire metà dei savî della terra batte con i suoi puri sprazzi di luce sull’acqua grigia davanti alla finestra; e io sono più felice di quanto sia mai stato in questi cinque anni – felice davvero – felice come in tutta probabilità non sarò mai più in vita mia. Mi sento fresco e giovane quando il mio piede posa su queste calli, e i contorni di San Marco mi entusiasmano. Grazie a Dio sono qui!
John Ruskin
Se dovessi cercare una parola che sostituisce “musica” potrei pensare soltanto a Venezia.
Friedrich Nietzsche
Venezia! Esiste una città più ammirata, più celebrata, più cantata dai poeti, più desiderata dagli innamorati, più visitata e più illustre? Venezia! Esiste un nome nelle lingue umane che abbia fatto sognare più di questo? Guy de Maupassant
Venezia è personale, intima, vicina e al tempo stesso lontana, misteriosa, esotica. E’ una delle forme del sogno e dell’altrove.
Fabrizio Caramagna
Ed ecco Venezia nel pieno Carnevale!Non ti riconosco, bella, e non vale.Con un berretto buffo, sotto una maschera strana,Senz’altro di una magia qui si trattava.
Madlena Serdyuk
Ero a Venezia sul Ponte dei Sospiri; un palazzo da un lato, dall’altro una prigione; vidi il suo profilo emergere dall’acqua come al tocco della bacchetta di un mago.
Lord Byron
La gondola nera, slanciata, e il modo in cui si muove, lieve, senza rumore alcuno, ha qualcosa di strano, una bellezza da sogno, ed è parte integrante della città dell’ozio, dell’amore e della musica.
Hermann Hesse
Chi non deve reprimere un brivido fugace, una segreta timidezza e angoscia, quando sale per la prima volta o dopo lunga dissuetudine su una gondola veneziana? La singolare imbarcazione, tramandata tale e quale dai tempi delle ballate e così inusitatamente nera come di tutti gli oggetti di questo mondo sono soltanto le bare, fa pensare a tacite e criminose avventure fra lo sciacquio notturno dei canali, e ancor più alla morte stessa, a feretri, a tenebrose esequie, all’ultimo silenzioso viaggio.
Thomas Mann
Eccolo ancora una volta davanti a lui, l’approdo indescrivibile, l’abbagliante insieme di fantastiche costruzioni che la Serenissima offriva allo sguardo ammirato del navigatore in arrivo: la meraviglia lieve del Palazzo e il Ponte dei Sospiri, le due colonne sulla riva col leone e il santo, il fianco splendente del tempio favoloso, la prospettiva dell’arco e dell’orologio dei Mori. E, guardando, riflettè che giungere a Venezia col treno, dalla stazione, era come entrare in un palazzo per la porta di servizio; e che in nessun altro modo se non per nave, dall’ampio mare, come lui ora, si sarebbe dovuto porre il piede nella città inverosimile tra tutte. Thomas Mann
Venezia giace ancora dinanzi ai nostri sguardi come era nel periodo finale della sua decadenza: un fantasma sulle sabbie del mare, così debole, così silenziosa, così spoglia di tutto all’infuori della sua bellezza, che qualche volta quando ammiriamo il suo languido riflesso nella laguna, rimaniamo incerti quale sia la Città e quale l’ombra.
John Ruskin
Venezia è una città che va a piedi. Un’abitudine mentale fa credere che i veneziani si muovano soprattutto in barca. Invece il mezzo di locomozione più usato è il più umano, le gambe.
Guido Piovene
Bisogna girare Venezia a piedi. Chi gira e guarda Venezia soltanto in barca ne ha un’immagine morta; la Venezia dei decadenti è una Venezia lunare, lievemente putrida, vista da persone adagiate sui cuscini delle imbarcazioni.
Guido Piovene
Venezia! Questa parola da sola sembra far scoppiare nell’anima un’esaltazione, eccita tutto ciò che vi è di poetico in noi, scatena tutte le nostre facoltà di ammirazione. E quando arriviamo in questa città inusitata, la contempliamo immancabilmente con occhi prevenuti e rapiti, la guardiamo coi nostri sogni.
Guy de Maupassant
Si è sempre dato per scontato che Venezia è la città ideale per una luna di miele, ma è un grave errore. Vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro.
Peggy Guggenheim
Cento profonde solitudini formano insieme la città di Venezia – questo è il suo incanto. Un’immagine per gli uomini del futuro.
Friedrich Nietzsche
Ma quando siamo usciti, stanchi e intontiti, dalla stazione di Venezia e abbiamo visto il Canal Grande e i palazzi marmorei che sfioravano l’acqua melmosa, quel gioiello di cultura che si dondolava sui canali fetidi e muffosi, abbiamo improvvisamente compreso quanto forte e tenace è l’uomo e quanto meraviglioso è il suo spirito, e si è destato in noi un tale amore per l’umanità, l’umanità con le sue pene e le sue epidemie; e siamo penetrati ad occhi aperti dentro un sogno, perché Venezia è il sogno di ogni città.
Abraham Yehoshua
Così disposte ai due lati del canale, le abitazioni facevano pensare a luoghi naturali, ma di una natura che avesse creato le proprie opere con un’immagine umana.
Marcel Proust
In nessun’altra città come a Venezia, ho trovato una tale unità della vita odierna con la vita che ci parla dalle opere d’arte della sua età aurea e nella quale sole e mare sono più essenziali di tutta la storia.
Hermann Hesse
Questa era Venezia, la bella lusinghiera e ambigua, la città metà fiaba e metà trappola,, nella cui atmosfera corrotta l’ arte un tempo si sviluppò rigogliosa, e che suggerì ai musicisti melodie che cullano in sonni voluttuosi.
Thomas Mann
Venezia, metà donna, metà pesce, è una sirena che si disfà di una palude dell’Adriatico.
Jean Cocteau
Non vorrei scrivere molto su Venezia; penso che tutti la conoscano. È realmente simile, fino al fastidio, ai vari souvenirs de Venice; quando mi sono fermato per la prima volta a piazza San Marco, sono rimasto confuso e a lungo non ho potuto liberarmi dalla opprimente sensazione che non fosse un luogo reale, ma il Lunapark dove deve svolgersi la notte veneziana. Aspettavo soltanto che cominciassero a gemere le chitarre e che il gondoliere cantasse come il signor Schütz. Por fortuna il gondoliere ha misteriosamente taciuto, ma alla fine mi ha derubato in modo poco cristiano, agitandomi davanti agli occhi un qualche tariffario.
Karel Čapek
Venezia è un imbroglio che riempie la testa soltanto di fatalità.
Francesco Guccini
Venezia nei racconti di Mieczysław Kozłowski
Chi stira di notte il cielo che di giorno viene steso tra le vie di Venezia?
L’anima di Venezia sono le sue maschere.
E quando lasciamo Venezia scopriamo che i nostri orologi hannoproblemi a tornare di nuovo al tempo reale.
Un miracolo che non è fatto per i dormiglioni: l’aurora che sorge dalla spuma del mare, formosa come la divina Venere.
Il cuore di Venezia è piazza San Marco. Ma qual è la sua testa?
Vi sono Atlantidi dai molti volti. Ma solo una di essi porta la maschera di Venezia.
A volte sulla riva di San Marco giungono velieri che recano nelle loro vele i venti di altri mondi.
Ci sono giorni in cui le onde dell’Adriatico incanutito per la nostalgia irrompono dentro Venezia gridando: “Sei mia!”
Sul fare del giorno le stelle sbiadiscono d’invidia vedendo emergere dalla nebbia gli incanti di Venezia.
Venezia è come una donna. Tutto quello che si dirà di lei sarà vero.
Le acque del Canal Grande sono, per i palazzi che vi sono riflessi, come uno specchio a cui si affidano senza timore. Uno specchio che sa come nascondere la brutta verità delle rughe mettendo in luce il segreto del trucco più seducente.
Venezia nei racconti di Tiziano Scarpa
Venezia è una testuggine: il suo guscio di pietra è fatto di macigni di trachiti che lastricano le strade. E’ tutta pietra che viene da fuori: come ha scritto Paolo Barbaro, quasi tutto ciò che vedi a Venezia viene da qualche altra parte, è stato importato o trafficato, se non razziato.
Dove stai andando? Butta via la cartina! Perché vuoi sapere a tutti i costi dove ti trovi in questo momento? D’accordo: in tutte le città, nei centri commerciali, alle fermate degli autobus o della metropolitana, sei abituata a farti prendere per mano dalla segnaletica; c’è quasi sempre un cartello con un punto colorato, una freccia sulla mappa che ti informa chiassosamente: “Voi siete qui”. Anche a Venezia, basta che alzi gli occhi e vedrai molti cartelli gialli, con le frecce che ti dicono: devi andare per di là, non confonderti, Alla ferrovia, Per san Marco, All’Accademia. Lasciali perdere, snobbali pure. Perché vuoi combattere contro il labirinto? Assecondalo, per una volta. Non preoccuparti, lascia che sia la strada a decidere da sola il tuo percorso, e non il percorso a farti scegliere le strade. Impara a vagare, a vagabondare. Disorientati. Bighellona.
Il primo e unico itinerario che ti suggerisco ha un nome. Si intitola: A caso. Sottotitolo: senza meta. Venezia è piccola, puoi permetterti di perderti senza mai uscirne davvero.
Venezia è un pesce. Guardala su una carta geografica. Assomiglia ad una sogliola colossale distesa sul fondo. Come mai questo animale prodigioso ha risalito l’Adriatico ed è venuto a rintanarsi proprio qui? […] Venezia è sempre esistita come la vedi, o quasi. È dalla notte dei tempi che naviga: ha toccato tutti i porti, ha strusciato addosso a tutte le rive […] Sulla cartina geografica il ponte che la collega alla terraferma assomiglia a una lenza: sembra che Venezia abbia abboccato all’amo.
Chiudi gli occhi e leggi con le dita la fisionomia delle statue, i bassorilievi, le modanature scanalate. Gli alfabeti scolpiti nelle lapidi ad altezza d’uomo. Venezia è un ininterrotto corrimano Braille.
Indossa occhiali da sole molto scuri: proteggiti. Venezia può essere letale. In centro storico la radioattività estetica è altissima. Ogni scorcio irradia bellezza; apparentemente dismessa: profondamente subdola, inesorabile. Il sublime gronda a secchiate dalle chiese, ma anche le calli senza monumenti, i ponticelli sui rii sono come minimo pittoreschi. Le facciate dei palazzi sono colpi di faccia, come le pedate sono colpi di piede.
Chiudi gli occhi camminando: ascolta la babele delle lingue dei turisti di tutto il mondo concentrati lungo cinquanta metri di calle.