Home Tesori di Calabria Il Codex Purpureus Rossanensis: un tesoro prezioso dell’arte bizantina

Il Codex Purpureus Rossanensis: un tesoro prezioso dell’arte bizantina

by Maria Rita

Rossano, la Perla Bizantina della Calabria, custodisce un patrimonio storico ed artistico di immenso valore che culmina in  una testimonianza rappresentativa e preziosa della cultura bizantina: il Codex Purpureus Rossanensis

I codici purpurei

codici purpurei sono evangelari, caratterizzati dalla scrittura del testo in oro e argento, da una pergamena intinta nella porpora, utilizzata dalle classi nobili e di potere per l’eccessivo costo e per questo definiti di lusso, e dalle figure miniate.

Tra i più importanti codici purpurei del VI secolo rientra anche il Codex Purpureus Rossanensis, insieme al Genesis di Vienna, costituito da 26 fogli di cui 24 miniati e custodito nella Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna, al Frammento o Codice Sinopense, costituito da quarantaquattro fogli e cinque miniature e custodito nella Biblioteca Nazionale di Parigi, al Codex Purpureus Petropolitanus o Codex N, custodito a San Pietroburgo, Londra, Atene e altre biblioteche del mondo e al Codex Beratinus Purpureus, composto da 190 fogli senza figure miniate e custodito a Tirana.

Il Codex Purpureus Rossanensis

Il Codex Purpureus Rossanensis, risalente al V-VI secolo, è un evangelario in finissima pergamena dal color rosso porpora, fu commissionato probabilmente da una famiglia nobile per l’impiego di materiali pregiatissimi e per quell’epoca molto costosi. Secondo molti studiosi è stato realizzato in uno degli scriptorium di Antiochia di Siria e giunto a Rossano forse a seguito delle migrazioni dei monaci basiliani in fuga dall’Oriente e diretti verso il Sud Italia anche se la presenza del Codex a Rossano è riscontrabile in alcuni documenti dall’800 in poi.

codex purpureus rossanensis

Il Codex Purpureus Rossanensis

Il Codex è costituito da 188 fogli, pari a 376 pagine, che racchiudono l’intero Vangelo di Matteo e quasi tutto quello di Marco, quasi metà dell’intera opera. Rispetto agli altri codici esistenti nel Mondo, il Codex Purpureus Rossanensis ha la particolarità di conservare in maniera intatta le quindici miniature che raffigurano Marco nell’atto di scrivere il Vangelo e gli eventi della vita di Gesù, tra cui la Resurrezione di Lazzaro, la parabola del buon samaritano, e le vicende legate alla Settimana Santa dall’ingresso in Gerusalemme, all’ultima cena, al processo davanti a Ponzio Pilato.

il codex purpureus rossanensis

Codex Purpureus Rossanensis – Sfoglio multimediale

In basso si possono notare anche i ritratti a mezzo busto dei profeti del Vecchio Testamento con in mano dei rotoli di pergamena contenenti i testi in riferimento agli avvenimenti raffigurati al di sopra.

Le sale del Codex nel Museo Diocesano

Nel Museo Diocesano e del Codex sono state dedicate due sale al codice purpureio, una in cui si può visionare il video che ne racconta la storia e l’altra, la sala dell’Evangelario, in cui si può assistere allo sfoglio delle pagine digitali del Codex, oltre che ad ammirarlo all’interno di una teca climatizzata per garantire lo stato di conservazione dell’opera.

il codex purpureus rossanensis

La sala del Codex

Il Codex Purpureus Rossanensis: Memory of the World

Già dall’800, dopo il ritrovamento nella sagrestia della Cattedrale, studiosi importanti come Adolf Von Harnack e Oscar Von Gebhardt hanno sostenuto la preziosità del Codex. Nel 2007 l’Arcivescovo Mons. Marcianò ne ha promosso la sua candidatura e il 9 ottobre 2015, il Codex Puurpreus Rossanensis è stato riconosciuto Patrimonio Universale dell’Umanità dell’Unesco, nella categoria “Memory of the World” per riconoscere la giusta identità a quello che è considerato il più prezioso evangelario presente al mondo.

Se vuoi saperne di più sul Codex e gli orari di apertura del Museo diocesano visita il Sito Ufficiale

Se vuoi scoprire Rossano leggi anche cosa vedere nella città bizantina

In collaborazione con Museo Diocesano e del Codex


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Post aggiornato al 8 Giugno 2020 da Maria Rita

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2 commenti

Katja 19 Settembre 2018 - 16:15

Mi hai fatto venire in mente che all’università avevo fatto un esame sulle varie miniature e mi sa che era stato nominato anche il Codex Puurpreus Rossanensis ma ammetto che devo riprendere in mano il tutto: a me è rimasto impresso il Books of Kells che si trova a Dublino e che avevo visto!

Dal vero deve essere stato emozionante poterlo ammirare: io non sarei più uscita dal Museo Diocesano!

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Jamaluca 19 Settembre 2018 - 16:35

Sfogliarlo deve essere un’emozione unica, però anche lo sfoglio virtuale non è male. Anche nella teca, vederlo lì, bello e irraggiungibile, è emozionante! Mi hai incuriosita con il Book of Hells, vado a fare una piccola ricerca 😉

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