Dopo l’esperienza dello scorso anno nel Marchesato di Crotone, per il nostro sesto anniversario ci siamo regalati una giornata a Rossano, la città bizantina del Codex Purpureus Rossanensis e della liquirizia Amarelli. Rossano, con i suoi 19 km di costa, è un’ottima meta turistica per sfruttare le mattine al mare e il pomeriggio alla scoperta dei suoi tesori e della sua storia millenaria. Dal 31 marzo 2018, in seguito ad un referendum la città è stata fusa con quella di Corigliano in un unico comune.
Cosa trovate in questo post
Rossano: la città bizantina e la Ravenna del Sud
Rossano è una città nobile con i suoi palazzi e ricca di storia e per alcuni studiosi fu la capitale dell’impero bizantino nel sud Italia, abitata da 3000 anni prima di Cristo e 17 generazioni prima della Guerra di Troia. Per il suo ruolo politico e culturale nei vari secoli e per la concentrazione nel territorio di gioielli dell’arte bizantina ben conservati, dall’Oratorio di San Marco al Codex Purpureus Rossanensis, l’hanno portata a essere conosciuta come la Ravenna del Sud, o semplicemente come Rossano la bizantina.
Rossano è sempre stata caratterizzata dal culto religioso, soprattutto nel periodo medievale con i suoi monasteri e lo scriptorium presso il Pathirion. E’ anche la città in cui nacque nel 910 San Nilo, fondatore dell’Abbazia di Sant’Adriano di San Demetrio Corone e dell’Abbazia di Grottaferrata nel Lazio.
Cosa vedere a Rossano
La Torre Campanaria
Il nostro itinerario alla scoperta di Rossano inizia da Piazza Steri, in cui si trova la Torre Campanaria, costruita nel 1836 dopo esser stata danneggiata dal terremoto dello stesso anno, dove un tempo esisteva la Chiesa della SS. Trinità. che era stata edificata su disegno di un antico tempio dedicato ad Iside, dea egizia.
In alto si può notare la cupoletta cuspidata. Prova a salirci per godere di un panorama mozzafiato su Rossano e dintorni.
Palazzo Madre Isabella De Rosis
In questo palazzo nobiliare nacque e visse la sua infanzia Madre Isabella De Rosis, fondatrice dell’Ordine delle Suore Riparatrici del Sacro Cuore. Nel 1992 la famiglia De Rosis ha donato all’Ordine delle Suore il Palazzo che aprono le loro porte e fanno da guida nelle stanze che mantengono lo stile nobiliare di un tempo e nella Cappella, rimasta intatta senza operazioni di restauro nella quale pregava Madre Isabella.
La Cattedrale di Maria Santissima Achiropita
La Cattedrale è dedicata alla SS. Vergine Achiropita e conserva all’interno di un altare posto al centro della chiesa, l’affresco della Madonna Achiropita. Una parte della pavimentazione riproduce delle decorazioni a mosaico del “bestiario normanno”.
La Cattedrale ha un imponente impianto architettonico a tre navate e tre absidi, il campanile ed il fonte battesimale risalenti al Trecento, il portale originario ed il rivestimento in pietra di Cipro dell’Icona Achiropità neo-gotici del Quattrocento. All’interno le quattro cappelle laterali, le opere, le tele e i cassettoni dorati del tetto risalgono al Settecento.
Il Museo Diocesano e del Codex
Il Museo Diocesano di Arte Sacra, inaugurato il 18 ottobre del 1952, è il primo Museo diocesano della Calabria e fra i primi d’Italia istituiti prima del Concilio Vaticano II.
Il 3 luglio del 2016, con il rientro del Codex Purpureus dopo il restauro, è stato inaugurato il Museo dotato di un moderno allestimento con la presenza di schermi interattivi per conoscere le opere presenti al suo interno.
Il Codex Purpureus Rossanensis è un evangelario che risale al VI sec. d.C. e che dal 2015 è stato inserito tra i Patrimoni Unesco nella categoria Memory of the world.
Per approfondire: Il Codex Purpureus Rossanensis: un tesoro prezioso dell’arte bizantina
All’interno del Museo Diocesano puoi inoltre ammirare le opere sacre della Diocesi di Cariati-Rossano, alcune di grande rilievo. Una sala è dedicata interamente al culto della Madonna Achiropita, in cui trovi la statua che viene portata in processione tre volte l’anno e puoi visionare il video che ne racconta la storia.
La Panaghìa
La Panaghìa, ovvero Maria la Santissima, è una delle testimonianze più importanti della città bizantina, costruita intorno al decimo secolo. All’esterno si può notare la decorazione a spina di pesce e la finestra bifora.
A differenza dell’Oratorio di San Marco, che si presenta a croce greca, la Panaghìa ha una navata rettangolare absidata, ed è molto interessante la parte absidale con la decorazione a lisca di pesce.
Al suo interno conserva alcune tracce degli affreschi che raffigurano San Giovanni Crisostomo e San Basilio di Cesarea, il Quadro della Visitazione, ed elementi architettonici, tra i quali capitelli e resti di colonne, che un tempo decoravano la chiesa.
L’oratorio di San Marco
Fin da piccola ho sempre identificato la città di Rossano con l’Oratorio di San Marco, dedicato in passato a Sant’Anastasia. Nella Rossano antica era posizionato fuori le mura della città, nella zona nota come Grecìa, legata alla forte presenza dei monaci basiliani. In quest’area, infatti, ancora oggi si possono ammirare le grotte eremitiche in cui i monaci dimoravano e vivevano la loro vita di preghiera e penitenza e il San Marco era un oratorio in cui i monaci si recavano per la recita dei Vespri. Gli affreschi sono andati persi e si possono notare una Madonna Odigìtria e i resti di due affreschi del decimo e tredicesimo secolo che raffigurano il volto di un santo non identificato e di un monaco basiliano, probabilmente San Nilo o San Bartolomeo.
L’Oratorio è ricco di simboli: le cinque cupole a tamburo, simili a quelle della Cattolica di Stilo, rappresentano la Grazia di Dio, le tre absidi simboleggiano la Trinità e le finestre bifore la natura umana e divina di Gesù.
Il Museo della liquirizia Amarelli
In contrada Amarelli sulla Strada Statale 106 c’è l’unico museo al mondo sulla liquirizia dedicato a Giorgio Amarelli. La visita al museo è gratuita. Puoi visitare il Museo per conoscere la storia della famiglia Amarelli e della bellissima storia della fabbrica di liquirizia che si è saputa distinguere e oggi è conosciuta in tutto il mondo.
Per approfondire: Il Museo della Liquirizia: viaggio nella storia dell’Amarelli
Il Pathirion
L’Abbazia di Santa Maria del Patire, o Pathirion, si trova al di fuori di Rossano. Dal Museo della liquirizia lo abbiamo raggiunto in venti minuti. L’Abbazia fu fondata intorno al 1095 da San Bartolomeo da Simeri grazie al consistente aiuto dei Normanni. Ancora oggi è ben conservato al suo interno il mosaico pavimentale. In questa zona montana c’è un’area pic nic dove poter mangiare tranquillamente sotto la frescura degli alberi.
I Giganti di Cozzo del Pesco
Continuando a salire, a 9 km dall’Abbazia si trovano i Giganti di Cozzo del Pesco, castagni secolari nell’area della Sila Greca e Oasi naturalistica del WWF dal 1998. Il bosco circostante è antichissimo, gli alberi hanno tra i 300 e i 700 anni d’eta e alcuni aceri hanno addirittura 900 anni, probabilmente furono piantati dai monaci basiliani che frequentavano quest’area in prossimità dell’Abbazia per poterne ricavare la farina di castagne.
Oltre a questi mi hanno consigliato di visitare le Chiese del Pilerio e di San Bernardino, ma non ho fatto in tempo, e di conseguenza li consiglio a voi.
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Post aggiornato al 8 Giugno 2020 da Maria Rita