Mi piace visitare e poi raccontare una Calabria inedita e fuori dai circuiti turistici, dove riesci a toccare con mano l’autenticità dei borghi e delle persone che vi abitano. Ed eccomi in un borgo limitrofo a Catanzaro che non avevo mai visitato prima, ma che nell’arco di sette giorni mi ha vista passeggiare due volte tra i suoi vicoli. Sellia, su un costone roccioso tra i fiumi Simeri e Alli, è un antico e pittoresco borgo dell’entroterra collinare con vista sui borghi incastonati nella Presila fino al Golfo di Squillace. Asilia era il nome del borgo quando fu fondato dagli abitanti di Trischene sul Monte Sellion tra il IX e il X secolo. Le case addossate le danno la conformazione di un presepe immerso nel verde delle montagne. Pronti a scoprire cosa vedere a Sellia?
Cosa trovate in questo post
Sellia: il borgo della cultura
Sellia è un paese con poco più di 500 abitanti che ha deciso di mettersi in gioco. Basti pensare che ha un museo per ogni 60 abitanti del borgo. La particolarità di questi musei è che non sono stati realizzati in alcune stanze, ma per ognuno di loro sono state riservate delle intere case, quasi a voler farci ospitare nel borgo dalla Signora Cultura, la padrona di casa. Quattro musei e quattro opifici lo rendono il borgo della cultura e formano lo SMOSS, il Sistema dei Musei e degli Opifici storici di Sellia.
Cosa vedere a Sellia
Il Museo del fumetto
Il Museo del Fumetto, dal grande valore storico e culturale inaugurato nel 2011, nasce da un’idea di Pier Luigi Bonizzi, appassionato e collezionista di fumetti, che ne ha donato circa dieci mila per la rete museale. Da Walt Disney e Nathan Never a Mister No e Diabolik, dalla storia d’Italia a fumetti a quella di grandi personaggi storici. All’interno del Museo ci sono anche un percorso che racconta la storia del fumetto italiano dal 1900 ad oggi tra quadri e pezzi storici.
Il Museba
Il Museba, il Museo dell’agricoltura e del territorio, è uno spazio tutto dedicato ai bambini attraverso percorsi didattici e laboratori di storia, scienza, tecnologia e geografia. La particolarità di questo museo è un grande ulivo che occupa la stanza superiore, mentre le sue radici sono ben visibili nella stanza del sottosuolo al piano inferiore. A guidarti all’interno del museo c’è Oliver, la mascotte del Museba, insieme ai pannelli illustrativi.
Il Museo della Scienza e del Cosmo
Lo scorso 17 agosto, in occasione della XXIII sagra dell’Olio d’Oliva, è stato inaugurato il quarto museo, dedicato alla scienza e al cosmo, nel quale si possono osservare i fossili e i minerali collezionati nel corso della sua vita dal Professore Nicola Cardaci. Il Professore colleziona oltre tremila tipi diversi di sabbie provenienti dai mari e dai deserti e frammenti di meteoriti provenienti dallo spazio, resti fossili tra cui il frammento della mandibola con un dente molare di un piccolo Mammut ritrovato in Slovenia che risale a 30 mila anni fa e uova di dinosauro. Nella sala dedicata ai meteoriti puoi anche vedere le stelle, ho deciso di tornarci con una copertina per coricarmi e godermi lo spettacolo.
L’ecoMuseo all’aperto
La balconata realizzata negli anni ’30 ospita l’EcoMuseo. Sono state riprodotte otto opere che raccontano la vita quotidiana degli abitanti di Sellia e le teche ripropongono le tradizioni e le origini del borgo, i documenti di famiglia che risalgono agli anni ’20-’30, gli oggetti sacri antichi delle chiese, tra cui lo strumento che utilizzavano per fare le ostie, il gemellaggio con la città di Sellia di Creta, molto simili tra loro sia per il nome sia per la produzione dell’olio.
Tra le vie del centro storico
Passeggia per Via delle Poesie e ne troverai alcune vincitrici del Premio Internazionale della Poesia Sellion oppure percorri la Porta Bella, l’antica stradina composta da 130 gradini che congiungevano la parte bassa del paese alla zona superiore. A pochi passi dal Museo del fumetto trovi anche il laboratorio artigianale del Signor Bonizzi.
Gli opifici
La storia e la cultura millenaria di Sellia vive ancora negli opifici del borgo datati tra il 1600 e il 1800: quattro frantoi, alcuni di essi ancora ben conservati, come quello che si trova al di sotto del Museba. La famiglia proprietaria del frantoio, andando via, lo ha lasciato intatto, dal torchio e dalla ruota che veniva girata dai muli alla vasca di raccolta e alla caldaia a legna utilizzata per riscaldare l’acqua per favorire la fuoriuscita dell’olio dopo la prima molitura.
C’è anche un piccolissimo opificio, il Frantoio dell’Inferno, chiamato così perchè era talmente stretto che per produrre l’olio bisognava girare la pietra senza l’aiuto di animali.
Avventure in borgo
Sellia dal 2017 è il borgo più adrenalinico d’Europa. Molti dei parchi avventura presenti in Calabria sono lontani dai centri abitati. Il volo sul borgo invece termina tra le case di Sellia, dando la possibilità di continuare a trascorrere la giornata dentro il paese e visitarlo prima o dopo essersi divertiti nel Parco Avventura.
Tra le principali attrazioni da sperimentare nel Parco, il Volo sul borgo, che arriva accanto alla Chiesa del Rosario dopo un lancio di 500 metri, la torre di lancio Quick Jump alta 15 metri, e il ponte tibetano lungo 130 metri.
La Chiesa di San Nicola
La Chiesa, un tempo dedicata all’Immacolata Concezione, oggi è consacrata a San Nicola di Bari, patrono del borgo e festeggiato il 6 dicembre. L’interno della Chiesa, tinta d’azzurro, conserva opere pregiate tra cui la Pietà risalente al XVI secolo e attribuita da Montorsoli a un allievo di Michelangelo.
I Ruderi del castello medievale
Il Castello di Sellia fu fondato intorno al 1060 dai Normanni sotto la guida di Roberto il Guiscardo e ancora oggi preserva le torri merlate mentre il resto è andato distrutto dal terremoto del 1783.
Che dici non merita una visita? Per saperne di più ti lascio il link al sito dello SMOSS
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Post aggiornato al 8 Giugno 2020 da Maria Rita
1 commenta
Un piccolo borgo e così tanti musei, si vede che stanno facendo un ottimo lavoro di valorizzazione del territorio. Io visiterei sicuramente gli opifici perché mi piace conoscere le tradizioni dei borghi italiani, i frantoi non sono tutti uguali come verrebbe da pensare. In Puglia ad esempio ho visitato quelli ipogei che sono davvero caratteristici.